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Musica Concentrazionaria: nuovi documenti da Praga

Aggiornamento: 25 apr 2023

di Francesco Lotoro


Ci sono momenti nella ricerca che danno finalmente un senso agli sforzi economici e alla fatica; la ricerca del materiale musicale prodotto in cattività civile e militare dall’ascesa del nazionalsocialismo (1933) alla morte di Iosif Stalin (1953) non è mai stata né facile né immune da imprevisti e incidenti.

Determinazione e perseveranza acquisiscono maggior valore se a beneficiarne è un territorio, una città, una regione; negli ultimi mesi questa ricerca ha segnato alcune importanti tappe nell’acquisizione di importanti manoscritti musicali creati in prigionia e deportazione. A Praga si stava chiudendo un ciclo trentennale di ricerca ossia le opere scritte in prigionia dal compositore ceco Rudolf Karel (foto seguente).

Il compositore ceco Rudolf Karel (1880-1945)

Allo scoppio della 1a Guerra Mondiale, Karel si trovava in vacanza presso Stavropol e ciò rese impossibile il suo rimpatrio, fu sospettato di essere spia austriaca e imprigionato dalle autorità russe ma evase; riparato in Siberia, nel 1919 entrò nella Legione Cecoslovacca di stanza in URSS.

Tornato nel 1920 in Cecoslovacchia, insegnò composizione presso il Conservatorio di Praga, scrisse Renesanční symfonie op.15, il ciclo liederistico V září helénského slunce, la cantata Vzkříšení, l’opera in tre atti Smrt kmotřička op.30; a seguito dell’occupazione tedesca della Cecoslovacchia entrò nella Resistenza affiancando il gruppo Kvapil-Krofta-Làny e fornendo appoggio ai partigiani.

Il 19 marzo 1943 Karel fu arrestato dalla Gestapo e incarcerato a Pankrác (Praga), sottoposto a interrogatori e tortura, interdetto dallo scrivere; ammalatosi di dissenteria, trascorse lunghi periodi nell’infermeria del penitenziario, ivi scrisse i Lieder op.41, Pankrác March op.42a per pianoforte, Pankrác Polka op.42b per violino e pianoforte, Pankrác Valzer op.42c per pianoforte.

Tra gennaio e febbraio 1945 stese in partitura pianistica Nonet op.43 e l’opera in cinque atti Tři zlaté vlasy děda Vševěda, 240 fogli completi di riduzione pianistica e parti vocali; per scrivere utilizzava matite o carbone vegetale, scriveva su carta igienica o carta velina o fogli di block-notes che il sovrintendente del penitenziario Müller trasferiva fuori dal carcere recapitandoli ai familiari di Karel (foto seguenti).

Parti del Nonet op.43 di Karel scritte su fogli di carta igienica

Scoperto, il sovrintendente fu arrestato dalla Gestapo e torturato (morì presso il medesimo penitenziario), Karel fu trasferito il 7 febbraio 1945 presso la Kleine Festung di Theresienstadt; le sue già critiche condizioni di salute peggiorarono inesorabilmente e contrasse altresì la polmonite. La notte del 5 marzo 1945 Karel fu lasciato febbricitante all’addiaccio fuori dalle celle che nel frattempo erano sottoposte a pulizia e disinfestazione; morì per ipotermia con altri nove prigionieri.

Manoscritto del Nonet Op.43 di Karel su fogli di carta velina

Conosco Ivan, figlio di Rudolf Karel (foto seguente), dal 1991 ossia da quando cominciai a recarmi a Praga quattro volte all’anno; quella con Ivan è un’amicizia che va oltre la ricerca. Da allora ho visto Ivan invecchiare ma essere sempre quell’amico pronto a consigliarmi con il suo fluente inglese da gentiluomo di altri tempi, a fornirmi materiale o scrivere a musei e archivi sperando con una sua raccomandazione di darmi accesso a documenti. Il padre di Ivan aveva 65 anni quando morì, oggi Ivan ne ha 96 e questo girotondo della vita è un aspetto non secondario di questa ricerca.

Francesco Lotoro con Ivan Karel, figlio di Rudolf

Ivan ha consegnato i fogli di carta velina e carta igienica sui quali suo padre stese alcune opere scritte a Pankrác; questi documenti da soli valgono l’intera Cittadella che sorgerà a Barletta. Questo è un sogno che si fa storia e oggi la ricerca musicale concentrazionaria ha un Istituto, un piano editoriale (il Thesaurus Musicae Concentrationariae in 12 volumi, sarà pubblicato nei prossimi anni), ben 4 progetti internazionali aggiudicati alla Fondazione ILMC finalizzati a viaggi, ricerca, scansione del materiale, acquisizione manoscritti, archiviazione; e infine la Cittadella della Musica Concentrazionaria che sorgerà sul sedime della ex Distilleria e che finalmente, grazie all’Accordo di programma firmato da tutti i partner istituzionali, marcia senza sosta verso la realizzazione.


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