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  • Immagine del redattore: Fondazione ILMC
    Fondazione ILMC
  • 29 apr 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

𝐔𝐍 𝐀𝐑𝐓𝐈𝐂𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐄𝐋 𝐍𝐎𝐓𝐎 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐋𝐈𝐒𝐓𝐀 𝐈𝐒𝐑𝐀𝐄𝐋𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐌𝐈𝐂𝐇𝐀𝐄𝐋 𝐊𝐄𝐑𝐄𝐍 𝐏𝐔𝐁𝐁𝐋𝐈𝐂𝐀𝐓𝐎 𝐈𝐄𝐑𝐈 𝟐𝟖.𝟒.𝟐𝟎𝟐𝟒 𝐒𝐔𝐋 𝐐𝐔𝐎𝐓𝐈𝐃𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐈𝐒𝐑𝐀𝐄𝐋𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐇𝐀𝐀𝐑𝐄𝐓𝐙. 𝐍𝐄𝐋𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐄 𝐒𝐈 𝐏𝐀𝐑𝐋𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝐋𝐀𝐕𝐎𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐑𝐈𝐂𝐄𝐑𝐂𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐅𝐎𝐍𝐃𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐈𝐋𝐌𝐂 (𝐭𝐫𝐚𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥'𝐞𝐛𝐫𝐚𝐢𝐜𝐨 - v. foto in basso):


Oggi molti manoscritti di Ilse Weber sono conservati nello Holocaust Museum di Berlino e nello Yad Vashem. Poiché i ragazzi del Campo [di Theresienstadt] chiedevano a Ilse di cantare le sue canzoni più e più volte, alla fine i sopravvissuti ricordarono a memoria alcune melodie, adattandole o suonandole in vari eventi musicali. Nel 2018 si è tenuto un evento particolarmente impressionante. Il musicologo e pianista ebreo italiano Francesco Lotoro, che ha dedicato la sua vita alla ricerca delle musiche scritte durante la Shoah, incontrò una donna di nome Aviva Bar-On, che 70 anni prima era stata una dei ragazzi affidati alle cure di Ilse Herlinger Weber presso la clinica pediatrica di Theresienstadt [Block C41]. Poco a poco, Aviva si ricordò della melodia di una delle canzoni che Willy [Vilem Weber, marito di Ilse] salvò dalla fossa, e durante una serata organizzata dal Jewish National Fund in occasione del 70° anniversario dello Stato di Israele, l'86enne Aviva eseguì il brano accompagnato da un'orchestra diretta da Lotoro. Ilse e il suo figlioletto morirono durante la Shoah ma le sue musiche e le poesie scritte come ribellione contro la morte e per aggrapparsi alla vita le sopravvissero.

(Michael Keren)



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