Fondazione ILMC tra Giorno della memoria e 80° Anniversario della liberazione di Auschwitz
- Fondazione ILMC
- 23 gen
- Tempo di lettura: 4 min

In occasione del Giorno della Memoria e dell’80esimo anniversario della liberazione del Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, ma anche dei campi di Sachsenhausen, Dachau, Theresienstadt e dei maggiori siti di prigionia e deportazione aperti dal Reich durante la Seconda Guerra Mondiale, il Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari e la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC) di Barletta, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia (l’Archivio musicale della Fondazione è tutelato dal Ministero della Cultura) hanno organizzato 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 “𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐌𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚” 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚̀ 𝐢𝐥 𝟐𝟗 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟎.𝟎𝟎 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥’𝐀𝐮𝐝𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐮𝐦 𝐍. 𝐑𝐨𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐁𝐚𝐫𝐢 e che, tra matinée e serale, coinvolgerà docenti e studenti del Conservatorio barese. Eseguiranno musiche composte nei lager l'𝐄𝐧𝐬𝐞𝐦𝐛𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 “𝐍𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐨̀ 𝐏𝐢𝐜𝐜𝐢𝐧𝐧𝐢”, diretto dal M° 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐂𝐚𝐧𝐝𝐢𝐝𝐨, il soprano 𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐒𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐧𝐬𝐢𝐧𝐢, il tenore 𝐍𝐢𝐜𝐨 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐞 e il baritono 𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥𝐨 𝐃𝐞 𝐋𝐞𝐨𝐧𝐚𝐫𝐝𝐢𝐬.
Come lo scorso anno per il violino di Cesare Savino inaugurato al Conservatorio di Bari dopo il restauro affidato al liutaio Bruno Di Pilato, anche quest’anno il concerto per il Giorno della Memoria si impreziosirà di un altro strumento recuperato dai Lager e che dopo 80 anni tornerà a suonare. Si tratta del 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐃𝐚𝐜𝐡𝐚𝐮 appartenuto al deportato italiano Manzi; le informazioni su chi fosse il musicista che lo imbracciava nel Lager sono scarse ma si sa che Manzi trafugò il violino dal parco strumenti del Lager di Dachau durante i giorni concitati della sua liberazione. Insieme ad un altro deportato, Manzi prelevò due violini ma, a oggi, dell’altro strumento e del compagno di prigionia si sono perse le tracce; tornato a casa Manzi, probabilmente per timore (il violino non era suo), nascose lo strumento in una fossa del giardino dove rimase seppellito per decenni. Ci sono diverse ragioni per le quali Manzi e il suo compagno di prigionia, pur non essendo musicisti, prelevarono strumenti musicali prima di lasciare il Lager; come già descritto nel libro La Tregua di Primo Levi, durante il viaggio di ritorno degli ex deportati e in mancanza di denaro, qualsiasi bene di un certo valore (come, appunto, i violini) poteva essere barattato con un paio di scarpe, una camicia, del cibo in scatola, farmaci, pernottamento e altro ancora. Tempo fa l’ultimo proprietario del violino (un musicista e collezionista pugliese) incontrò il liutaio Bruno Di Pilato al quale raccontò che lo strumento fu acquisito anni addietro da un nipote del Manzi; quest’ultimo confermò che il violino era di suo nonno e che lo aveva portato con sé da Dachau.
Dopo un lavoro di ricerca più che trentennale, il 2025 si prospetta ricco di importanti riconoscimenti per la Fondazione ILMC di Barletta: 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐋𝐨𝐭𝐨𝐫𝐨, 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝟐𝟕 𝐆𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝐚𝐝 𝐀𝐮𝐬𝐜𝐡𝐰𝐢𝐭𝐳 (𝐎𝐬́𝐰𝐢𝐞̨𝐜𝐢𝐦, 𝐏𝐨𝐥𝐨𝐧𝐢𝐚) in occasione dell’apertura al pubblico dell’ex alloggio del comandante di Auschwitz Rudolf Höss e della sua trasformazione in 𝐂𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚, 𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐦𝐢𝐭𝐢𝐬𝐦𝐨 (ARCHER at House 88, questo il nome dal numero civico dell’alloggio di Höss) a cura del Counter Extremism Project. La casa nella quale Höss e la sua famiglia si crearono una vita idilliaca, è recentemente apparsa nel film The Zone of Interest (vincitore dell’Oscar) e in vari documentari; Mark D. Wallace, già ambasciatore statunitense e oggi CEO del Counter Extremism Project, ha annunciato alla stampa mondiale che nell’ARCHER at House 88 di Auschwitz 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐢𝐧𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐋𝐨𝐭𝐨𝐫𝐨 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝 𝐇𝐚𝐥𝐥, Mostra permanente nella quale sarà riprodotta in perpetuo come ‘Musica eterna’ la produzione musicale concentrazionaria recuperata e registrata dal pianista barlettano.
Mesi fa Lotoro ha partecipato al 𝐝𝐨𝐜𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐁𝐁𝐂 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐝 𝐀𝐧𝐢𝐭𝐚 𝐋𝐚𝐬𝐤𝐞𝐫-𝐖𝐚𝐥𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡 (violoncellista dell’orchestra femminile di Birkenau), che andrà in onda il 27 gennaio, e ha suonato alcuni pezzi scritti ad Auschwitz dinanzi a quella che fu la casa di Rudolf Höss ad Auschwitz; in un gesto di profondo significato simbolico e morale, insieme all’ambasciatore Wallace ha apposto allo stipite della casa di Höss la mezuzà (astuccio contenente una preghiera ebraica che si appone dinanzi alle case di ebrei). Insieme a Lotoro, 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐮𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐄𝐱𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢𝐬𝐦 𝐏𝐫𝐨𝐣𝐞𝐜𝐭 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐦𝐨𝐬𝐨 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢𝐭𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐞𝐧𝐬𝐞 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥 𝐋𝐢𝐛𝐞𝐬𝐤𝐢𝐧𝐝, autore nel 2004 della riprogettazione di Ground Zero di New York dopo il crollo delle Torri Gemelle e che avrà il compito di sviluppare la progettazione di ARCHER.
𝐋𝐨𝐭𝐨𝐫𝐨 𝐡𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨: “Con il lavoro della mia vita ho cercato di sostenere la resilienza, persino la bellezza che può derivare da un’eredità di odio. ARCHER at House 88 cerca di fare lo stesso nel suo sforzo di trasformare l’ex casa di Höss in un simbolo della lotta contro l’estremismo ideologico. Non riesco a pensare a una destinazione più adatta per queste opere che ho recuperato e che saranno per sempre eseguite in stanze che un tempo ospitavano il male supremo. La mia speranza è che forniscano un accompagnamento musicale al lavoro di annullamento dello stesso odio che ha creato le condizioni indicibili in cui sono state scritte”.
Comentarios