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Luce dalla Cenere: mostra a Barletta per il Giorno della Memoria

  • Immagine del redattore: Fondazione ILMC
    Fondazione ILMC
  • 19 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Al Palazzo della Prefettura esposizione di opere create da artisti Ebrei scomparsi nella Shoah o sopravvissuti ai Campi di sterminio

Luce dalla Cenere: alcune delle opere in mostra a Barletta

Il prossimo 27 gennaio 2023, in occasione della Giornata della Memoria, la ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell'Olocausto, sarà inaugurata a Barletta, nelle sale al piano terra del Palazzo della Prefettura UTG di Barletta-Andria-Trani (in via Cialdini 60), la mostra Luce dalla Cenere, nella quale sarà esposta una serie di opere realizzate da artisti ebrei scomparsi nella Shoah o sopravvissuti ai Campi di sterminio.


La mostra, a ingresso libero, rimane aperta venerdì 27 gennaio dalle ore 16.30 alle 19.30, sabato 28 e domenica 29 dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Nella mostra saranno esposti dipinti e incisioni facenti parte della collezione donata dal poeta, scrittore e storico milanese Roberto Malini alla Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, con sede a Barletta.


L'iniziativa, promossa dal Comune di Barletta e dalla Prefettura UTG di Barletta – Andria – Trani, è curata dalla stessa Fondazione presieduta dal M° Francesco Lotoro, pianista e direttore d'orchestra impegnato da oltre trent'anni nella ricerca delle musiche scritte nei campi di concentramento e in altri luoghi di cattività civile e militare del mondo negli anni della 2a Guerra Mondiale.


Le opere in esposizione sono il frutto del lavoro di ricerca che Roberto Malini svolge da anni per sottrarre questa produzione alla dispersione e all’oblio; un impegno che gli è valso il Premio Pasquale Rotondi – Mecenatismo 2018. La collezione donata alla Fondazione ILMC è nata come prosecuzione del lungo lavoro di studio, ricerca sul campo e salvataggio di oltre duecento opere d’arte che attualmente compongono la raccolta presso il Museo Nazionale della Shoah di Roma. Tra le opere in mostra a Barletta, tutte testimonianze preziose per la memoria collettiva, anche un olio di Jacob Vassover (Musicisti klezmer, 1980), una litografia di Marc Chagall (Crocifissione mistica, 1950); una drammatica xilografia di Ari Glass (Rabbino-La Notte dei Cristalli, 1943) e un delicato olio della pittrice ebrea pesarese Wanda Coen Biagini (La Donna Velata, 1942), artista apprezzata da colleghi del calibro di Giorgio De Chirico e Giacomo Balla, ma la cui carriera si interruppe bruscamente con l’entrata in vigore nel ’38 delle famigerate Leggi razziali promulgate dal regime fascista.


Per la prima volta sarà inoltre esposta l’opera di Joseph Pressmane “Massacro di ebrei Ucraini da parte dell’Einsatzgruppe C”; un’opera unica, perché realizzata da un artista di grande importanza nato proprio in Ucraina, dove venne attuato lo sterminio. Appartenendo alla comunità degli ebrei ucraini, Pressmane, che si trovava a Parigi, riceveva informazioni di prima mano sui massacri, mentre doveva nascondersi per evitare l’arresto da parte delle autorità collaborazioniste. Non sono conosciute altre opere d’arte di artisti ebrei ucraini che testimoniano il massacro di Babij Jar e così vicine al tragico evento.


Nell'occasione di questa mostra, Roberto Malini – che sarà presente all'inaugurazione -, porterà a Barletta una nuova opera dal titolo “Giovani donne in un ghetto polacco”, un disegno a matita su carta realizzato da un anonimo ebreo polacco tra il 1940 e il 1943. Questo prezioso disegno proviene da un antiquario di Katowice, in Polonia, ed è stato miracolosamente sottratto alla distruzione delle opere d’arte di autori ebrei verificatasi metodicamente nella Polonia occupata dai nazisti. Fu realizzato con ottima mano all’interno di un ghetto polacco, forse il ghetto di Varsavia (in base al tipo di fascia per il braccio con la Stella di David raffigurata). Oltre la finestra si intravedono soldati nazisti che pattugliano il ghetto. Un'immagine di forte impatto emotivo che sintetizza la profondità del dramma vissuto dagli Ebrei.


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