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PRESS ROOM

"Una storia di uomini che scelsero la musica come atto di resistenza per opporsi all’annientamento e non lasciarsi abbattere da chi voleva la loro morte fisica e intellettuale"
"La musica concentrazionaria deve tornare a essere normale, a scrostarsi dalla Shoah, a essere fischiettata sotto la doccia"
"Lotoro ha raccolto più di 4.000 spartiti, riportando in vita e "liberando" melodie composte come atto creativo per cantare la vita in quelle fabbriche di morte"
"Un film a metà fra il road movie e l'indagine investigativa, in cui la valanga umana di Lotoro travolge tutto"
l'encomiabile progetto di Francesco Lotoro, che per trent'anni si è impegnato a sue spese nella missione di riportare alla luce tutta la musica perduta nei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale
"il racconto di una storia vera e straordinaria, che parte dall’Italia e viaggia per il mondo per portare una testimonianza di semplice, pura, enorme umanità"
"per dare voce a chi decise di comporre musica per rimanere un essere umano in un luogo in cui di umano non c’era più niente"
"Tanta musica classica e d’avanguardia, tango e canti popolari ma soprattutto brani scritti per rendere sopportabile la prigionia, per sentirsi ancora umani"
"Lotoro “libera” queste note dalla prigione in cui sono nate e dall’oblio in cui sono precipitate, eseguendole dal vivo in teatri e sale di concerto in tutto il mondo"
"Questo film non è soltanto è un film. Forse in principio voleva esserlo; ma poi è diventato un voluminoso libro di Storia capovolta della Musica del Novecento, un gigantesco iceberg contro il quale si spaccheranno inevitabilmente le stive di molti Titanic fatti di stereotipi e colpevole oblio di 70 anni"
"Si chiama Francesco Lotoro, 53 anni, una smisurata passione per la musica e l’umanità che, alla stregua di una vera e propria vocazione, lo ha portato sin da ragazzo a mettersi sulle tracce di composizioni altrimenti destinate a un tragico oblio"
"Filo rosso del suo lavoro è svelare come la musica “in cattività” rappresentasse spazi veri di libertà, vie di fuga: un’immagine lontanissima da quella sinistra dell’orchestra di Auschwitz (che suona per il piacere sadico degli aguzzini mentre i deportati vanno alla morte)"
"Un brano visivo che dal viaggio e tutte le sue frammentazioni culmina nella realizzazione di musiche altrimenti perdute, nell’evocazione di artisti che hanno saputo serbare dentro tutta la bellezza che agli occhi era privata e contaminata, in una straordinaria forza che è riuscita a creare ancora arte tra le sue stesse macerie"
"Maestro, risulta coinvolgente perché capace di trasmettere tutta l'urgenza e l'incessante sforzo del pianista nel ricostruire ciò che sembrava perduto"
"30 anni fa sono stato spinto dalla passione che sarebbe potuta esaurirsi in pochi anni. Ora invece non potrei fermarmi. Il percorso di ricerca è nato dal mio sentimento molto ebraico: nella torah è scritto che i precetti prima li dobbiamo fare poi li dobbiamo studiare"
"Durante questi anni, il nostro illustre concittadino ha indossato gli abiti di un archeologo, in grado di riscoprire sinfonie ormai dimenticate. «Qualora questa musica non fosse suonata – ha dichiarato Lotoro – saremmo dinnanzi a un grave delitto. L'ingiustizia che ha dovuto subire il compositore non deve ripercuotersi sulla sua opera»"
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